14 novembre 2017
regia di Raúl Arévalo (2016)
Titolo italiano: La vendetta di un uomo tranquillo
Nazione: Spagna
Durata: 1 ora e 32 minuti
Genere: Thriller
Interpreti: Luis Callejo, Antonio de la Torre, Alicia Rubio, Manolo Solo
Film consigliato ai maggiori di 14 anni.
Trama: Madrid, agosto del 2007. Curro è stato l’unico ad essere arrestato per la rapina in una gioielleria. Otto anni dopo, la sua ragazza Ana e suo figlio aspettano che lui esca di prigione. José è un uomo solitario e riservato. Una mattina va a prendere un caffè al bar dove lavora Ana, che vede in lui una via di fuga dalla sua vita difficile. Ma scontata la pena, Curro esce di prigione con la speranza di cominciare una nuova vita con Ana. Ma ciò che trova è molto diverso da quello che aveva immaginato…
Commenti: “Tarde para la ira” segna l’esordio alla regia del 36enne Raúl Arévalo, attore molto noto in Spagna, che in Italia abbiamo visto ne la “Balada triste de trompeta” di Álex De la Iglesia (2010) e ne “Los amantes pasajeros” di Pedro Almodóvar (2013), ma soprattutto nello splendido “La isla minima” di Alberto Rodríguez (2014), di cui era coprotagonista e da cui forse ha tratto ispirazione per la tensione, lo sguardo rivolto al cinema americano e il radicamento nel territorio e nella cultura spagnoli. Film dal taglio realista, come mostra la scena di un incidente stradale filmato dall’interno di un’automobile, è diretto da Arévalo in modo intimo, sensuale e sempre pertinente all’evoluzione della storia e dei personaggi, ben interpretati da un ottimo cast. La sceneggiatura solida e i dialoghi brevi, ma intensi e diretti, contribuiscono alla riuscita del film insieme alla divisione in capitoli che il regista ha previsto per ordinare e chiarire le dinamiche della vicenda e introdurci e spiegarci i personaggi. Grande successo in patria, la pellicola ha ottenuto recensioni lusinghiere e molti premi e candidature. “Tarde para la ira” coniuga i canoni tradizionali del thriller con forti richiami all’identità locale. Come thriller è teso e dall’inizio alla fine prende snodi inaspettati; ad alimentare la tensione contribuisce anche il fatto che tutti i personaggi conoscono solo in parte, o per niente, le intenzioni e le identità degli altri. Dice il regista: “Mi aiutato il fatto che gli attori fossero tutti miei amici e naturalmente anche il fatto di essere attore. Volevo interpreti con un volto normale, non giovanissimi, non belli, non mi interessava che ‘bucassero’ lo schermo. Cercavo facce da vicini di casa, che potessero esprimere il peso della vita”[1].
Riconoscimenti: Film molto premiato, ha ottenuto, tra gli altri, nel 2016 il Premio Orizzonti per la miglior interpretazione femminile a Ruth Díaz al mostra del Cinema di Venezia e nel 2017 il premio Goya per il miglior film, il miglior attore protagonista (Manolo Solo), il miglior regista esordiente (Raúl Arévalo) e la miglior sceneggiatura originale (Raúl Jiménez e David Pulido) oltre ad altre sette candidature.
[1] http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2017/03/30/news/la_vendetta_di_un_uomo_tranquillo-161746007/ (10 novembre 2017).
Recensione a cura di Fabrizia Venuta.