14 gennaio 2025
di George Miller (2022, 1 ora e 48)
Nazione: Stati Uniti d’America
Anno: 2022
Durata: 1 ora e 48 minuti
Genere: avventura, drammatico, fantasy, sentimentale Interpreti: Idris Elba (genio), Tilda Swinton (Alithea Binnie)
Trama: Alithea Binnie è una studiosa di letteratura britannica affetta da allucinazioni durante
le quali vede degli esseri demoniaci. Durante un viaggio a Istanbul, acquista una boccetta che
scopre essere abitata da un Genio, che si offre di esaudire tre suoi desideri purché siano desideri
del suo cuore, esauditi i quali lui sarebbe libero di tornare nel regno dei geni. Alithea crede che
si tratti di una delle sue solite allucinazioni e allora il genio decide di raccontarle tre storie del
suo passato. La vicenda prenderà una piega del tutto inaspettata…
Commento: Famoso per aver diretto la saga di “Interceptor” (“Mad Max”, 1979, 1981, 1985, 2015
e 2024), ma anche film come “The Witches of Eastwick” (“Le streghe di Eastwick”, 1987),
“Lorenzo’s Oil” (“L’olio di Lorenzo”, 1992), “Happy Feet” (2006 e 2011), l’attore, regista,
produttore, scrittore e sceneggiatore australiano George Trumbull Miller con “Three Thousand
Years of Longing” ci offre una fiaba moderna dolce e malinconica disorientante sin dall’incipit:
“”La mia storia è vera anche se raccontata come una favola”. Il film è l’adattamento
cinematografico di uno dei racconti della raccolta “The Djinn in the Nightingale’s Eye” (“Il genio
nell’occhio d’usignolo”, 1994), della scrittrice e critica letteraria britannica Antonia Susan
Drabble (in arte Byatt). La protagonista, interpretata con la solita unicità da Tilda Swinton, è
una studiosa esperta di leggende, che è molto più interessata ad ascoltare tutto quello che il
genio ha da raccontare sul suo passato e soprattutto su quali conseguenze questi suoi poteri
hanno avuto sulle persone che lo hanno incontrato, che all’opportunità di esaudire tre suoi
desideri. I racconti offrono al regista e agli spettatori la possibilità di viaggiare nel tempo e di
conoscere mondi immaginifici. Grazie a questi racconti si incontrano la Regina di Saba, il
Sultano Solimano e suo figlio il Principe Mustafa, si vedono leggende diventare realtà,
nell’intrecciarsi di storia e magia. George Miller riesce a rendere più vive che mai storie alla
Mille e una notte, liberando il genio e il talento visionario che è in lui1. Il regista ha mostrato di
avere la capacità di reinventare il fantasy, di alternare e mescolare il cinema del passato con
quello del futuro in un movimento continuo popolato da visioni, allucinazioni. Fondamentale
anche la splendida fotografia di John Seale, alla terza collaborazione con Miller dopo “Lorenzo’s
Oil” e “Mad Max: Fury Road”, che richiama il fascino dei vecchi libri di fiabe che ci narrano
amori irrequieti come quello della regina di Saba o storie fantastiche come quella della ragazza
che trova la propria indipendenza grazie alla conoscenza. Il film è stato accolto da una standing
ovation di sei minuti alla sua presentazione alla 75ª edizione del Festival di Cannes (2022).
Curiosità: Matteo Bocelli, figlio di Andrea, ha debuttato come attore nel film nel ruolo del
principe Mustafa e interpreta come cantante il brano “Cautionary love”, su cui scorrono anche
i titoli di coda del film.
Recensione a cura di Fabrizia Venuta