23 febbraio 2016 ore 16.15
“The Hunger” di Tony Scott del 1983 (titolo fuori cartellone per ricordare David Bowie)
Titolo italiano film: Miriam si sveglia a mezzanotte
Nazione: U.S.A.
Anno: 1983
Durata: 1 ora e 37 minuti
Genere: Horror
Interpreti: David Bowie, Catherine Deneuve, Susan Sarandon
Trama: Miriam (Catherine Deneuve) è una vampira egizia delle cui origini vi è traccia nello strumento che usa e fa usare per procurarsi il cibo: una croce ansata o egiziana che nasconde uno stiletto, simbolo della vita, qui chiave di vita per i vampiri e di morte per gli umani. Trecento prima del tempo in cui è ambientata la vicenda, Miriam incontra John (David Bowie), se ne innamora e gli promette l’eterna giovinezza e l’eterno amore nella forma della trasformazione in vampiro. Ma un giorno lui inizia ad invecchiare inspiegabilmente e molto velocemente. Decide allora di rivolgersi alla dottoressa Sarah Roberts (Susan Sarandon) in cerca di aiuto, ma la donna inizialmente non gli bada. Resasi conto della straordinarietà del caso, si reca a casa di John dove incontra Miriam. Tra le due donne nascerà un’attrazione fortissima che sfocerà nella passione, e avrà gravi conseguenze per entrambe…
Commenti: Questa proiezione fuori cartellone della X rassegna del cineforum in lingua originale del CLA è stata decisa per ricordare quello straordinario e indimenticabile artista che è stato David Bowie, nato David Robert Jones a Londra l’8 gennaio 1947 e morto il 10 gennaio 2016 a New York per un tumore al fegato. Elegante, trasgressivo, poliedrico, intellettuale d’avanguardia e grande sperimentatore, dai suoi esordi come cantante e mimo frequentatore del salotto di Andy Warhol fino alla sua consacrazione come un cantautore, attore e produttore discografico di livello mondiale, la sua carriera artistica è stata sempre attraversata da esperienze cinematografiche. La prima di rilievo lo vuole protagonista del film di fantascienza “The Man Who Fell to Earth” (“L’uomo che cadde sulla Terra” di Nicolas Roeg del 1976), seguita da: “Christiane F. – Wir Kinder vom Bahnhof Zoo” (“Cristiana F. Noi ragazzi dello zoo di Berlino” di Uli Edel 1981), “Merry Christmas Mr. Lawrence/戦場のメリークリスマス” (“Furyo” di Nagisa Oshima del 1983), “Absolute Beginners” di Julien Temple e “Labyrinth” di Jim Henson, entrambi del 1986, “The Last Temptation of Christ” (“L’ultima tentazione di Cristo” di Martin Scorsese del 1988), “Twin Peaks: Fire Walk with Me” (“Fuoco cammina con me” di David Lynch del 1992), “Basquiat” di Julian Schnabel del 1996 (nel quale interpreta Warhol), “Il mio West” (di Giovanni Veronesi del 1998) e “The Prestige” (di Christopher Nolan del 2006). Spesso nella colonna sonora dei film in cui recitava c’erano dei suoi brani musicali (come in “Absolute beginners” o in “Labyrith”), ma non sempre, come nel caso di “The Hunger”. Questo film è stato scelto perché è una pellicola molto particolare in cui Bowie dà vita a una creatura sovrannaturale ma molto umana, appassionata, tormentata, bellissima e raffinata come lui è sempre stato nella vita, che si trasformerà fisicamente tanto da diventare ripugnante nel finale.
Presentato fuori concorso al 36º Festival di Cannes del 1983 e primo di una lunga serie di lungometraggi cinematografici di Tony Scott (tra gli altri: “The Fan” del 1996 e “Enemy of the State” “Nemico pubblico” del 1998) fratello del più noto Ridley (solo per citare una sua pellicola: “Blade Runner” 1982), il film è tratto dall’omonimo romanzo di Whitley Strieber del 1981. Il film è impreziosito dagli eccellenti effetti speciali di trucco a cura del Premio Oscar Dick Smith (“Amadeus” di Miloš Forman del 1984), un racconto per immagini in movimento continuamente sospeso tra erotismo e romanticismo. La regia di Scott appare decisamente elegante e del tutto atipica per il genere che affronta, tanto che “The Hunger” non risulta accostabile né ai precedenti né ai successivi titoli sui vampiri. Le immagini di apertura non hanno niente da invidiare ad un videoclip, grazie al montaggio curato da Pamela Power, già collaboratrice del fratello Ridley, sulle note di “Bela Lugosi’s Dead” dei Bauhaus. Inizio potente e immediato è il rimando all’universo dei videoclip e al mondo della pubblicità da cui proviene il regista che sceglie di far scrivere i brani originali della colonna sonora da Michael Rubini (“Manhunter” di Michael Mann del 1986) e Denny Jaeger. L’intrecciarsi di passato e presente è reso anche dalla commistione di generi musicali, e frequenti sono gli inserti di musica classica che contribuiscono a creare alcuni ambienti quali la casa signorile in cui vivono Miriam e John (Trio in Mi bemolle maggiore Op.100 di Schubert) o il talamo (canto della schiava Mallika e della principessa Lakmè, dall’opera Lakmé di Léo Delibes).
Curiosità:
– Gli abiti di Catherine Deneuve sono di Yves Saint-Laurent;
– nella scena di seduzione tra Catherine Deneuve e Susan Sarandon, l’attrice francese usa una controfigura;
– da notare il cameo di Willem Dafoe nel ruolo del ragazzo che chiede a Sarah di lasciare libera la cabina telefonica.
Recensione a cura di Fabrizia Venuta.