26 gennaio 2016 – Suite Française
di Saul Dibb (2014)
Nazione: Regno Unito, Francia, Canada
Durata: 1 ora e 47 minuti
Genere: Drammatico, Sentimentale
Interpreti: Sam Riley, Matthias Schoenaerts, Kristin Scott Thomas, Michelle Williams
Sito: http://suitefrancese.libero.it/
Trama: Nei primi mesi dell’occupazione tedesca della Francia, a Bussy la sposa di guerra Lucile Angellier (Michelle Williams) attende in forzata compagnia della terribile suocera (Kristin Scott Thomas) le rare notizie del marito prigioniero. Intanto, Bussy viene invasa dai soldati tedeschi, che prendono alloggio nelle le case degli abitanti. Nella villa di Madame Angellier viene dislocato l’ufficiale Bruno Von Falk (Matthias Schoenaerts). Sulle prime Lucile cerca di ignorare la sua presenza, ma ben presto i due giovani vengono travolti dalla passione…
Commenti: “Suite Française” è tratto dall’omonimo romanzo incompiuto di Irène Némirovsky, scrittrice ebrea nata a Kiev che aveva fatto della Francia la sua patria e che fu tradita e mandata a morire a Auschwitz nel 1942. L’opera fu pubblicata postuma nel 2004 ed è divenuta in breve tempo un best seller di diffusione mondiale. Saul Dibb, regista di “The Duchess”, e i suoi produttori hanno deciso di girare in inglese, con interpreti inglesi, questa storia pensata e scritta in francese dalla Nemirovsky. Il film ha merito di offrire uno sguardo abbastanza inedito sul secondo conflitto mondiale: non quello ampio delle deportazioni e delle battaglie, ma piuttosto quello ristretto di un paesino, di un appartamento in cui ricostruire una versione “da camera” della guerra. Lo spettatore ha così modo di assistere a due guerre: la Seconda Guerra Mondiale, che fa da sfondo e che è la protagonista degli eventi narrati, in cui troviamo cittadini confusi, che non hanno un’idea chiara di cosa stia accadendo, di chi stia vincendo e forse neanche del perché si stia combattendo e che cercano solo di sopravvivere. L’altra guerra è quella privatissima tra due donne totalmente diverse. All’incrocio tra queste due guerre troviamo Lucile, donna fragile all’apparenza, ma che rivelerà una forza straordinaria. Il film non cade mai nella stucchevolezza di tante storie romantiche viste sul grade schermo, né nella facile dicotomia popolazioni occupate=buoni, tedeschi=cattivi, senza nulla togliere alle colpe dei nazisti. Lungi dall’indugiare in lunghe scene romantiche e sognanti primi piani, Dibb realizza tempi stretti che suggeriscono la concitazione febbrile di quel particolare momento storico in cui tutto era suscettibile di poter cambiare da un momento all’altro. In questo il regista è certamente aiutato da uno script calibratissimo, che procede per accumulo progressivo di elementi e sottotrame, e sviluppa ogni personaggio secondario, fino a realizzare un piccolo affresco in cui le singole storie si intersecano dandosi forza a vicenda. Nel film inoltre non si contano le belle inquadrature e la musica ben sostiene il ruolo di spicco che le è stato affidato. Ma la punta di diamante sono sicuramente le interpretazioni di Michelle Williams, come dimenticarla in “My Week with Marilyn” (2011), e Kristin Scott Thomas, straordinaria nel tratteggiare questa figura di donna arcigna e benestante così poco incline ad accettare le privazioni che, di lì a poco, la guerra avrebbe comportato. Come recita la battuta più romantica del film, le uniche persone con cui la protagonista e il suo tenente hanno qualcosa in comune, sono l’una per l’altro. Attorno, la guerra ha distrutto e corrotto. Ma il regista non stravolge il materiale di partenza e dunque, come detto, non c’è troppo romanticismo nel film: l’amore non è felicità, ma solo l’ultimo rifugio della bellezza in un mondo fatto di orrore e perdita della dignità. In questo mondo vivono gli eroi e gli antieroi raccontati da Dibb e noi, con loro, soffriamo e sogniamo .
Recensione a cura di Fabrizia Venuta