La strada di Federico Fellini

5 novembre 2024, ore 17:30

 

Titolo originale: La strada
Sceneggiatura: Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli
Nazione: Italia
Anno: 1954
Durata: 1 ora e 48 minuti
Genere: Drammatico
Interpreti: Antony Quinn, Giulietta Masina

Trama: Gelsomina è una ragazza fragile e poverissima che vive con la madre vedova e i suoi fratelli minori. Un giorno arriva in paese Zampanò, un saltimbanco che vive facendo spettacoli in giro per l’Italia e chiede alla madre di Gelsomina di affidarle, dietro compenso, una sostituta di Rosa, sorella di Gelsomina che era morta improvvisamente. Insegna alla ragazza a suonare la tromba e la fa partecipare come banditrice ai suoi spettacoli. Ma Zampanò la lascia spesso da sola per andare a spendere in vino e donne i pochi soldi guadagnati e Gelsomina è molto infelice e spesso scappa, ma poi ritorna sempre da lui, come ad un destino ineluttabile a cui non può sfuggire……

Pillole sul film: “Ove è il fuori che invade lo schermo, il buio della sala che si rovescia nel cono di luce. […] Il film di Fellini è cinema rovesciato, macchina da proiezione che ingoia la platea e macchia da presa che volta le spalle al set […] Il cinema della distanza che aveva nutrito la nostra giovinezza è capovolto definitivamente nel cinema della vicinanza assoluta. […] Il film di cui ci illudevamo d’essere solo spettatori è la storia della nostra vita (Calvino, 1974, p. XXI)[1]”. Cinema metafora, cinema poesia e cinema catartico. Tutto questo e non solo nel capolavoro “La Strada” del maestro Fellini, che non dimentica neanche i suoi inizi di carriera nel mondo dei fumetti e continua a disegnare dei bellissimi bozzetti dei suoi film per tutta la vita; come dimenticare il bozzetto di Gelsomina, con il cappello alla Charlot[2], la maglietta a righe e lo sguardo rivolto altrove? Fellini che a sette anni era fuggito di casa sperando di unirsi al circo esaltato dall’esibizione di un clown, ne introduce per la prima volta la figura in questa pellicola e la affida alla sua Giulietta. Lei, sempre un rispettoso e amorevole passo indietro al suo maestro, compagno di vita e di lavoro, qui mostra la sua grandezza come attrice riuscendo a interpretare una straordinaria Gelsomina clown, creatura tragica, piena di gioia eppure tristissima, minuta e fragile ma così potente nella sua semplicità da piegare il rozzo Zampanò. Una donna, insomma, di una straordinaria modernità in cui molte donne potrebbero rivedersi ancora oggi. Una donna piena di entusiasmo e creatività, ma resa triste da uno Zampanò che deve affermarsi su di lei no matter what; eppure, è una che con la sua dolcezza, resa con uno sguardo basso inimitabile, piegherà anche il più forzuto degli uomini e soprattutto gli aprirà gli occhi su quali siano i veri valori della vita. Ma non solo Gelsomina: in questo “Inside out” ante litteram, in molti dei personaggi di questo film si può vedere la rappresentazione di un’emozione: in Gelsomina l’ingegnosità e la tenerezza, nel Matto (Stefano Sibaldi) la saggezza della follia, in Zampanò (Antony Quinn) la bestialità. Impossibile non farsi coinvolgere fino alla commozione, impossibile non riflettere su quello che si “vede”, per dirla alla Sorrentino[3], solo quando viene perduto.

Musiche: Giovanni (Nino) Rota Rinaldi, al quale Fellini era legato anche da uno stretto rapporto personale, è stato il compositore che ha scritto la musica di gran parte dei film del regista. Sue, tra le altre, le musiche indimenticabili de “La strada” e “La dolce vita” (1960), giusto per citarne un paio. Alla sua morte Fellini scelse Luis Bacalov per “La città delle donne” (1980) e subito dopo Nicola Piovani, che diventò il suo compositore di riferimento e a cui fece comporre le colonne sonore dei suoi ultimi film: “Ginger e Fred” (1986), “Intervista” (1987) e “La voce della luna” (1990).

Curiosità: Federico Fellini disegnatore e fumettista aveva una vera adorazione per Walt Disney che aveva conosciuto a Hollywood quando era andato a ritirare l’Oscar per “La strada” nel 1957; per lui e Giulietta il mago dell’animazione aveva organizzato una piccola festa a Disneyland con una banda che suonava il motivo del film. In Italia nel 1991, su idea del critico cinematografico Vincenzo Mollica, la Disney realizzò il fumetto “Topolino presenta: La Strada – un omaggio a Federico Fellini[4]” in cui Gelsomina e Zampanò erano Topolino e Minnie. Del fumetto Disney il regista fu così contento da voler ringraziare la rivista Topolino regalando un suo schizzo.


Lessico felliniano:

– Fellini è stato così tanto amato dal popolo statunitense da diventare un aggettivo felliniesk (felliniano) del quale diceva: “Essere felliniano è il ruolo più difficile perché nonostante sia lusingato di essere diventato anche un aggettivo, non so cosa voglia dire”.

– Il termine “paparazzi” deriva dal personaggio del giornalista che fotografava le celebrità Coriolano Paparazzo, ispirato al fotografo a via Veneto e amico di Fellini Tazio Secchiaroli, e si diffuse grazie al film “La dolce vita” (1960).

Riconoscimenti, una breve carrellata: Candidato nel 1957 durante la ventinovesima edizione del premio Oscar per la “migliore sceneggiatura originale”, “la Strada” si aggiudicò il premio in una categoria appena istituita: il “miglior film straniero[5]. Nel 1957, il film è stato inserito nella lista istituita alla Mostra del cinema di Venezia, di uno dei “cento film da salvare”. Nel 1954 in concorso per il Leone d’oro, ha vinto il Leone d’argento al Festival di Venezia. Nel 1955 si è aggiudicato il Nastro d’argento nelle categorie “miglior regista” e “produttore del miglior film”. Nel 1956 ha vinto come “miglior film straniero” il New York Film Critics Circle Awards ed è stato candidato ai BAFTA per il “miglior film internazionale” e per la “migliore attrice straniera” (Giulietta Masina). Nel 1993 Federico Fellini ha ricevuto il premio Oscar alla carriera alla presenza di uno dei suoi attori preferiti, Marcello Mastroianni, e pronunciò dal palco l’indimenticabile frase-sunto del suo rapporto con la Masina: “Thank you, dear Giulietta and please stop crying!”.

Recensione a cura di Fabrizia Venuta



[1] https://www.cinefiliaritrovata.it/la-strada-di-federico-fellini-dal-neorealismo-al-realismo-visionario/ (3 novembre 2024)
[2] Giulietta Masina era stata definita “uno Charlot al femminile” dallo stesso Charlie Chaplin, complimento a cui sia Masina che Fellini tenevano tantissimo (https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2020/01/19/news/fellini_100-246138741/, 3 novembre 2024)
[3] Parthenope (2024)
[4] Storia a fumetti realizzata dallo sceneggiatore Massimo Marconi e dal disegnatore Giorgio Cavazzano, pubblicata per la prima volta su Topolino n. 1866 del 1º settembre 1991
[5] Gli altri film che hanno vinto l’Oscar nella stessa categoria: Le notti di Cabiria (1957), 8½ (1963) e Amarcord (1873)







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