Freies Land

4 febbraio 2025
di Christian Alvart (2020, 89 min) 

Titolo italiano e internazionale: Free Country 

Regia: Christian Alvart 

Nazione: Germania 

Genere: thriller 

Interpreti: Trystan Pütter, Felix Kramer, Nora Waldstätten, Ben Hartmann 

Trama: 1992: nella Germania post riunificazione due poliziotti, Patrick Stein (Trystan Pütter) e Markus Bach (Felix Kramer) uno della ex Germania Democratica (Deutsche Demokratische Republik, DDR, ad Est) e l’altro della ex Germania Federale (Bundesrepublik Deutschland, ad Ovest), sono assegnati al caso di due sorelle di diciassette e sedici anni, Patricia e Nadine, con la reputazione di ragazze facili, scomparse da alcuni giorni da una cittadina della ex DDR e vicino al confine con la Polonia. L’ultima volta sono state viste mentre di notte entravano in una Golf. Questo è il punto di partenza dell’inchiesta affidata ai due poliziotti che indagheranno in un paese dove sembra che tutti abbiano qualcosa da nascondere… 

Commento: Girato in Ucraina nel 2018, il film è un remake ben riuscito de “La isla mínima” di Alberto Rodriguez (2014), proiettato in una delle scorse rassegne del Cineforum del CLA, ambientato nel 1980 nella Spagna post-franchista. Il film di Alvart è appassionante e intriso di consapevolezza storica ed è ambientato, diversamente dall’originale, nel 1992 poco dopo la riunificazione tedesca del 3 ottobre 1990. Come nel film di Rodriguez anche in questa pellicola i protagonisti sono due poliziotti antagonisti che indagano sulla scomparsa di alcune ragazze in un luogo che risulta impenetrabile per diverse ragioni e Christian Alvart e il suo co-sceneggiatore Siegfried Kamml, riescono a dare una rilettura molto personale e appassionante dell’originale. Sullo sfondo un clima sociale teso in un contesto di deindustrializzazione: raramente si è vista nel cinema tedesco una tale tavolozza di colori, allo stesso tempo sontuosa e spenta, fredda come l’inverno eppure pulsante di forti contrasti. In una intervista del 2020 al regista fatta dal giornalista Patrick Wellinski per Deutschlandfunk Kultur, alla domanda del giornalista:  

«la questione è anche quanto autentico o storicamente accurato debba essere. La strada che lei percorre per arrivare alla verità è una strada di finzione, di menzogna (…)», Alvart ha risposto: 

«Esattamente, non per me, che poi non sono neanche un vero regista. Va e viene, come un moto ondoso, a seconda di quanto lo si desidera. (…) In ogni seconda intervista mi si chiede quanto ci sia di autentico. Ma per me sono i sentimenti, i personaggi e le verità che nascondono a dover essere autentici. Per me, non tutti (…) i dettagli devono essere corretti per raggiungere l’autenticità di ciò che vogliamo raccontare. Ci sono trame che ne hanno bisogno. Non è che non ne abbiate affatto bisogno. Il modo in cui mi approccio al materiale è in realtà molto spesso fatto di esagerazione e condensazione». “Freies Land” è insomma un viaggio alla scoperta di un mistero, ma anche dell’animo e della psicologia e il vissuto dei protagonisti che appassionerà come ogni thriller che si rispetti. 

Posted in Cineforum in lingua originale 2024-2025, Cinema.