19 maggio 2015
Bachir Lazhar di Philippe Falardeau (2011)
Nazione: Canada
Durata: 1 ora e 34 minuti
Genere: Drammatico
Interpreti: Mohamed Fellag, Sophie Nélisse, Émilien Néron, Jules Philip, Danielle Proulx
Trama: In una scuola elementare di Montreal un’insegnante depressa si impicca in classe durante l’intervallo. A ritrovarla sono alcuni dei suoi piccoli allievi. Per aiutare i bambini a superare lo shock viene assunto in fretta e furia un supplente, Bachir Lazhar, un garbato immigrato algerino di mezza età che giorno dopo giorno instaura una relazione speciale con i bambini. Malgrado il divario culturale che lo separa da loro, Bachir impara a farsi amare e ad amarli e l’anno scolastico si trasforma in un’elaborazione comune del dolore e della perdita e in una riscoperta del valore dei legami e dell’incontro. Ma nessuno a scuola conosce il doloroso passato dell’uomo né sa che potrebbe essere espulso in qualunque momento dal Paese…
Commenti: L’insegnante bravo, buono e in grado di cambiare umori e volti di una classe altrimenti allo sbando è un classico della cinematografia mondiale, eppure una volta seduti in sala e iniziata la proiezione di “Monsieur Lazhar”, veniamo rapiti dalla poesia di questo film commovente, ma mai pietistico né moraleggiante, che riflette e fa riflettere sulla perdita, rappresentata simbolicamente dalla morte dell’insegnante dei bambini, che potrebbe essere anche tutto quel mondo di relazioni che la tecnologia e i social stanno radicalmente modificando. Una pellicola che tocca le corde del cuore e prende le mosse dal monologo teatrale di Evelyne de la Chenelière, che ha colpito il regista Frédéric Fonteyne per l’umanità del personaggio, il suo senso del dolore e la varietà dei temi, quali il mistero della tragedia vissuta da Bachir, il trauma dei bambini, la relazione tra adulti e bambini, l’insegnamento e l’integrazione. Le istanze sociali, quali il rischio di espulsione del maestro dal paese o la solitudine familiare di molti bambini, contribuiscono al clima del film il cui centro resta tuttavia la relazione tra i piccoli allievi e il maestro, in particolare il suo rapporto con Alice (la “ladra di libri” Sophie Nélisse). La ricchezza di tematiche caratterizza anche l’interazione maestro-alunni, in quanto implica, ad esempio, l’incontro con l’altro e la scoperta reciproca delle storie personali che stanno dietro un nome e un cognome sul registro. I piccoli attori canadesi scelti per interpretare gli studenti della scuola di Montreal sono spontanei e riflessivi, a tratti più adulti degli stessi adulti, teneri e ironici, e sono il cuore di un film sostenuto da una sceneggiatura intelligente e piacevole, ricca di pathos, ma anche di ironia. Una pellicola piena d’ispirazione che getta uno sguardo vero sull’universo sfaccettato dell’infanzia, tratteggiato con tocco lieve ed empatico. L’amabilità di Monsieur Lazhar, persona tanto pragmatica quanto umile, viene resa splendidamente dal volto di Mohamed Fellag, uno dei volti più noti della cultura algerina, con un passato non tanto lontano dal suo Lazhar. Infatti nel 1995, dopo lo scoppio di una bomba nel teatro dove stava andando in scena il suo spettacolo, l’attore decise di abbandonare il suo paese per andare in esilio volontario a Parigi. Il film è un racconto semplice che suscita emozioni forti perché è ispirato a un passato in cui l’insegnamento era anche iniziazione e cioè trasmissione di una passione oltre che di un sapere e in cui l’abbraccio tra maestro e bambino, così come lo scappellotto, non erano proibiti ma facevano parte di un relazione profonda, che non poteva non contemplare anche le manifestazioni fisiche. Il film ha avuto numerosi riconoscimenti, tra cui brilla la candidatura ai Premi Oscar nel 2012 come miglior film straniero.
Recensione a cura di Fabrizia Venuta.