Victoria and Abdul

26 e 27 novembre 2018 – doppia proiezione ore 9.00 e ore 11.30
di Stephen Frears (2017)

Titolo italiano: Victoria e Abdul

Nazione: Regno Unito, U.S.A.

Durata: 2 ore e 29 minuti

Genere: Drammatico, storico

Interpreti: Judi Dench, Ali Fazal, Olivia Williams, Eddie Izzard

Trama: Nel 1887, il ventiquattrenne indiano Abdul Karim sbarca in Inghilterra in quanto scelto per recarsi alla corte della Regina Vittoria in occasione del suo Giubileo d’Oro, e consegnarle in dono un’antica moneta quale segno di rispetto da parte delle colonie indiane. La missione dovrebbe essere semplice e sbrigativa ma Vittoria, vecchia e stanca della vita di corte, viene attratta dal garbo e dalla dedizione che da subito Abdul le dimostra. Il ragazzo viene invitato a rimanere a corte e in breve diventa valletto personale di Vittoria. Successivamente la regina lo nomina “monchi”, ossia suo maestro, perché le insegni la lingua urdu e il Corano. La regina dimostra di provare un profondo affetto nei confronti di Abdul e arriva a confidarsi con lui. Ma questa amicizia senza precedenti scatenerà gelosie e un forte malcontento a palazzo e porterà la regina a confrontarsi con la corte e i membri della casa reale…

Commenti: Presentato in anteprima mondiale fuori concorso nel 2017 alla settantaquattresima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, “Vittoria and Abdul” è stato diretto da Stephen Arthur Frears. Il regista inglese candidato all’Oscar per “The Grifters” (“Rischiose abitudini”, 1990) e “The Queen” (2006), ha diretto tra gli altri “My Beautiful Laundrette” (1985), “Dangerous Liaisons” (“Le relazioni pericolose”, 1988), “Mary Reilly” (1996) e “High Fidelity” (“Alta fedeltà”, 2000)[1]. Questa pellicola sorprendente ci racconta una favola di altri tempi che riscrive l’attualità e affronta il problema purtroppo sempre attuale dell’integrazione. La storia, narrata nel libro della giornalista Shrabani Basu “Victoria & Abdul: The True Story of the Queen’s Closest Confidant” (2010) è quella dell’improbabile e controcorrente amicizia tra l’ottantunenne regina Vittoria e il giovane indiano Mohammed Abdul Karim[2], noto anche con lo pseudonimo di “il Munshi”[3], che le fece da segretario negli ultimi quindici anni del suo lunghissimo regno noto anche come epoca vittoriana. Vittoria (nata a Londra il 24 maggio 1819) fu incoronata regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda a diciotto anni il 20 giugno 1837 e Imperatrice d’India dal 1876 fino alla sua morte il 22 gennaio 1901[4]. Shrabani Basu si è ispirata liberamente ai diari (ritrovati nel 2010) che la Regina Vittoria scriveva in lingua Urdu, quando era ancora in vita, grazie all’insegnamento di Abdul. Anche Stephen Frears ci ha tenuto a precisare che il film è “per lo più ispirato a fatti realmente accaduti”: infatti sebbene molto verosimile, è ricco di licenze poetiche che ad ogni modo emozionano fin dalle prime sequenze. La sceneggiatura è stata scritta da Lee Hall[5], è solida e contiene dialoghi accattivanti, intelligenti e ricchi di quella stessa ironia che caratterizza il rapporto di reciproca stima tra la Regina Vittoria e il giovane indiano. I due personaggi sono fondamentalmente diversi, ma sono accomunati dalla solitudine e dal bisogno di ricevere il sostegno di qualcuno. Sostegno che si rivela essere reciproco sin dall’inizio: lui, un servo indiano la cui famiglia è rimasta in India, lei, una donna anziana ma molto forte, che deve governare una nazione come il Regno Unito senza l’aiuto di nessuno e che, a parte i suoi consiglieri e il figlio, non ha mai avuto qualcuno con cui confidarsi. La regia di Stephen Frears è studiata nei minimi particolari, come si nota in ogni inquadratura ed è volta a sottolineare la forza dell’amicizia tra i due personaggi e a coglierne ogni piccola sfumatura. Impeccabile è anche la cura dei dettagli nell’ambientazione e nei costumi. Bravissimi i due protagonisti, in particolare la sempre strepitosa Judi Dench, candidata nel 2018 per questa interpretazione al premio Golden Globe come “migliore attrice in un film commedia o musicale”.

 

 

[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Stephen_Frears (25 novembre 2018).
[2] Nato a Jhansi nel 1863, morto a Agra nel 1909 – India. Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Abdul_Karim (25 novembre 2018).
[3]Munshi significa in inglese “insegnante di lingua o segretario indiano, spesso impiegato dagli europei durante l’Epoca coloniale” (https://www.collinsdictionary.com/it/dizionario/inglese/munshi, 25 novembre 2018).
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Vittoria_del_Regno_Unito (25 novembre 2018).
[5] Sceneggiatore di “Billy Elliot”di Stephen Daldry, 2000.

 

 

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale per le scuole 2018-2019.