Un divan à Tunis

29 marzo 2022, ore 17.45

di Manele Labidi Labbé (2019)

 

Titolo italiano: Un divano a Tunisi

Nazione: Francia, Tunisia

Durata: 1 ora e 27 minuti

Genere: commedia

Interpreti: Ramla Ayari, Aïsha Ben, Feryel Chammari, Golshifteh Farahani, Majd Mastoura, Jamel Sassi, Hichem Yacoubi, Najoua Zouhair

Trama: Selma (Golshifteh Farahani) è una giovane psicanalista dal carattere forte e indipendente cresciuta a Parigi insieme al padre. Quando decide di tornare a Tunisi, sua città d’origine, per aprire uno studio privato, le cose non andranno come previsto. Selma si scontrerà con un ambiente non proprio favorevole e il suo studio inizierà a popolarsi di pazienti eccentrici…

Commenti: La regista franco-tunisina Manele Labidi Labbé ha realizzato in “Un Divan à Tunis” una commedia divertente e profonda sulla condizione delle donne nei paesi arabi con molti spunti autobiografici, prendendo le distanze da quel cinema dai toni drammatici spesso usati quando si raccontano i paesi arabi. Non è casuale che all’inizio del film sentiamo la canzone “Città vuota” di Mina, omaggio della regista al cinema italiano capace di affrontare argomenti drammatici con lo sguardo della commedia. Di fatti, nonostante i progressi e le aperture seguiti alla primavera araba, ossia alle proteste e alle agitazioni cominciate tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 in alcuni paesi arabi, tra cui la Tunisia, in cui è ambientata la vicenda narrata nel film, la regista ci mostra nella pellicola come in realtà la situazione sia ancora complicata. Dice Manele Labidi Labbé: «anche i miei zii e cugini sono convinti che, come la protagonista, io sia una figura stravagante e scandalosa. E la mia scelta professionale non ha fatto che confermare l’idea. Anche se oggi i nuovi cineasti in Tunisia sono principalmente donne (…) In Tunisia le classi più povere sono concentrate nella lotta per la sopravvivenza, mentre quelle più ricche viaggiano con due passaporti e fanno avanti e indietro con la Francia. La classe media è la più sofferente in questo momento storico, divisa tra modernità e tradizione, l’attrazione alla libertà dell’Occidente e il bisogno di confermare la propria identità. Il velo non è spesso un segno di sottomissione, significa mostrare l’orgoglio per la propria appartenenza»[1]. Le parole della regista sono condivise dalla protagonista della pellicola, Golshifteh Farahani, prima attrice iraniana a recitare nelle grandi produzioni hollywoodiane, tra cui “Body of Lies” di Ridley Scott (2008), a causa della partecipazione al quale è stata condannata per anni all’esilio in Francia per essersi mostrata senza velo: «”Quando ho letto la sceneggiatura ho riso molto anche se è una storia molto profonda che contiene quel tipo di umorismo che ti fa riflettere. Manèle voleva che fosse un film universale sebbene con riferimenti alla cultura tunisina, ma si vede che le donne del film sono personaggi più forti degli uomini e anche molto più divertenti. Come la parrucchiera con la sua stravaganza ma anche la sua apertura con la gonna corta, all’opposto della vicina di casa che è completamente velata e non fa altro che correre dietro alla figlia per dirle come si deve comportare»[2]. Commedia dagli ottimi tempi comici, “Un Divan à Tunis” offre una galleria di personaggi eccentrici e problematici che incarnano un periodo storico di profonda crisi che si riflette sull’incertezza esistenziale dei suoi personaggi; tra questi il panettiere a cui piace vestirsi da donna, la parrucchiera di successo che non sopporta la madre, l’ex militare che soffre di manie di persecuzione, l’imam depresso e la stessa protagonista, Selma, che sceglie di tornare a casa perché vuole aiutare la sua gente, ma che alla fine sarà lei a essere aiutata e a imparare di più su di sé.

Riconoscimenti: Il film è stato presentato alla 76a Mostra internazionale del cinema di Venezia (2019) nelle Giornate degli autori e ha vinto il Premio del Pubblico BNL.

 

[1] https://www.repubblica.it/spettacoli/2020/10/03/news/un_divano_a_tunisi_quando_la_psicoanalisi_e_un_affare_di_famiglia-301042538/ (26 marzo 2022).

[2] https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2020/07/19/news/un_divano_a_tunisi-261903447/ (26 marzo 2022).

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale 2021-2022.