Three Billboards Outside Ebbing, Missouri

20 novembre 2018
di Martin McDonagh (2017)

Titolo italiano: Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Nazione: U.S.A.

Durata: 1 ora e 55 minuti

Genere: Drammatico

Interpreti: Woody Harrelson, Frances McDormand, Sam Rockwell

Trama: Mildred Hayes (Frances McDormand) non si dà pace. Madre di Angela, una ragazzina violentata e uccisa Ebbing, Missouri, chiede con forza alla polizia locale di indagare sul delitto e di scoprire e arrestare chi lo ha commesso. Non riuscendo a sopportare l’atteggiamento apparentemente flemmatico dello sceriffo Bill Willoughby (Woody Harrelson) e della sua squadra (tra cui Dixon interpretato da Sam Rockwell), decide di commissionare tre manifesti con dei messaggi diretti allo sceriffo e di farli affiggere alle porte della cittadina. I manifesti diventeranno un caso e provocheranno le reazioni più disparate, ma attireranno l’attenzione e scateneranno il meglio e il peggio della comunità…

Commenti: In corsa per il Leone d’oro alla 74a Mostra del cinema di Venezia e vincitore di moltissimi premi, il film ha fatto molto parlare di sé anche perché fa riflettere da subito lo spettatore per la complessità dell’argomento trattato. La protagonista è una madre che non riscontrando un grande impegno da parte della polizia locale nel trovare chi ha violentato e ucciso la figlia, sente di dover fare qualcosa, qualsiasi cosa per smuovere le acque e cercare di arrivare alla soluzione del caso. Ma è giusto? E i suoi modi poco femminile ed eccessivi sono giustificabili? Il regista Martin McDonagh, per metà inglese e per metà irlandese, ha un umorismo tutto particolare che rende difficile capire cosa pensi realmente, e che trasmette anche ai suoi film, come l’ottimo “In Bruges” (2008), il meno fortunato “Seven Psychopaths” (2012) e il mix di commedia, dramma e thriller con una forte componente politica che è “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri”. Dice il regista “è un film politico, ma non nel senso che solitamente si intende (…). Affronta questioni come il femminismo, la razza, ma per me il cuore del film è la lotta di questa madre. Volevo essere fedele alla sua rabbia, al suo rancore, alla sua perdita, in quel senso il film è politico. Avere una protagonista forte femminile è già una scelta politica, oggi come oggi[1]”. E la protagonista femminile è Mildred Hayes, una straordinaria Frances McDormand; non sono da meno Woody Harrelson che riesce a rendere lo sceriffo di Ebbing una figura a tutto tondo che lo spettatore non amerà all’inizio, ma che lo commuoverà nel corso del film, e Sam Rockwell che interpreta in maniera strepitosa il poliziotto Dixon, repellente, disturbante, eppure difficile da giudicare e diverso da come sembra all’apparenza. Insomma il mondo è fatto da infinite sfumature di grigio, non è bianco o nero, rese meravigliosamente dalle interpretazioni del cast e dalla bellissima sceneggiatura e l’ottima regia del film di McDonagh che dosando sapientemente sarcasmo e dramma realizza una pellicola dai toni cupi, in cui niente è mostrato a caso. Ogni aspetto è infatti studiato con cura, a partire dalla regia minuziosa, caratterizzata da primi piani intensi e inquadrature volte a riprendere ogni sfumatura, sia dei personaggi che delle vicende che li vedono protagonisti, senza tralasciare il contesto di ogni singola scena. Le battute dei protagonisti sono intelligenti e ricche di ironia, accompagnate da una colonna sonora graffiante, che emoziona e sottolinea la drammaticità di alcuni momenti. “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri” mostra alcune scene piuttosto forti a livello emotivo e visivo, che potrebbero destabilizzare lo spettatore, ma nonostante ciò e tempi talvolta un po’ dilatati, il film rapisce lo spettatore per tutta la sua la sua durata. È un film che si ama o si odia, ma che non lascia indifferenti ed è sicuramente un’opera che merita di essere vista.

Curiosità: Tra gli innumerevoli riconoscimenti che ha ottenuto, il film è stato in concorso per il Leone d’oro alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2017 ed ha vinto il Premio Osella per la migliore sceneggiatura (Martin McDonagh). Nel 2018 ha vinto l’Oscar per la miglior attrice (Frances McDormand) e il miglior attore non protagonista (Sam Rockwell), oltre alle candidature come miglior film, miglior attore non protagonista (Woody Harrelson), migliore sceneggiatura originale (Martin McDonagh), miglior montaggio (Jon Gregory) e migliore colonna sonora (Carter Burwell). Ha poi vinto il Golden Globe per il miglior film drammatico, la migliore attrice in un film drammatico (Frances McDormand), il miglior attore non protagonista (Sam Rockwell) e la migliore sceneggiatura (Martin McDonagh), oltre alla candidatura per il miglior regista (Martin McDonagh) e la migliore colonna sonora originale (Carter Burwell).

[1] https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/01/10/news/_tre_manifesti_mcdonagh_un_film_politico_perche_ha_per_protagonista_una_donna_-186131567/ (19 novembre 2018).

 

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale 2018-2019.