Le Petit Prince

13 dicembre 2016 ore 10.00: Le Petit Prince

di Mark Osborne (2015)

Titolo film: Il Piccolo principe

Nazione: Francia

Anno: 2015

Durata: 1 ora e 48 minuti

Genere: Animazione

Interpreti: Michael Keaton, Rachel McAdams, Mark Ruffalo, Liev Schreiber, Stanley Tucci

Sito ufficiale: www.lepetitprince-lefilm.com

Sito italiano: www.ilpiccoloprincipe-ilfilm.it

Doppiatori originali: Riley Osborne (figlio di Mark e già doppiatore in Kung fu Panda: Piccolo Principe), Rachel McAdams (la mamma), Mackenzie Foy (la ragazzina), James Franco (la volpe), Marion Cotillard (la rosa), Jeff Bridges (l’aviatore), Benicio del Toro (il serpente), Paul Rudd (il re), Paul Giamatti (l’esaminatore).

Doppiatori italiani: Lorenzo D’Agata (Piccolo Principe), Paola Cortellesi (la mamma), Vittoria Bartolomei (piccola ragazza), Stefano Accorsi (la volpe), Micaela Ramazzotti (la rosa), Toni Servillo (l’aviatore), Alessandro Gassmann (il serpente), Alessandro Siani (il vanitoso), Giuseppe Battiston (l’uomo d’affari), Pif (il Re).

Trama: In seguito ad un colloquio andato male per l’ammissione alla Werth Academy, la miglior scuola della città, per di cercare di esservi ammessa, una ragazzina si trasferisce nel quartiere della scuola con la madre. La loro nuova casa è a fianco ad un’abitazione piuttosto bizzarra e, dopo che l’elica di un biplano sfonda il muro della loro casa mettendola a soqquadro e aver ricevuto una lettera che narra la storia di un piccolo principe, la ragazzina, curiosa, si introduce attraverso l’apertura generata dall’elica nella staccionata nel giardino del vicino. La ragazzina fa amicizia con l’anziano padrone di casa, alle prese con la riparazione del suo biplano, e questi le racconta la storia de “Il piccolo principe”, che scopre essere stato incontrato nel deserto dall’uomo quando era giovane (ma sarà questa la verità?). Le esperienze dell’aviatore e il racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi contribuiscono a creare un legame tra l’anziano aviatore e la bambina, che affronteranno insieme una straordinaria avventura…

Commenti: Le Petit Prince” è stato presentato a Cannes nel 2015; in quella occasione sul tappeto rosso hanno sfilato molti dei doppiatori delle diverse versioni. Per l’Italia c’erano Stefano Accorsi (volpe), Pif (il re) e Alessandro Siani (il Vanitoso). Nel 2016 il film ha vinto il premio César come miglior film d’animazione, ma forse il riconoscimento più grande la pellicola lo ha avuto dall’altissimo numero di spettatori che lo hanno visto. Solo in Italia, nelle prime tre settimane di programmazione, sono andati a vederlo 1.243.000 spettatori. È un risultato importante perché trasporre su pellicola la magia della storia narrata da Antoine de Saint-Exupéry nell’omonimo libro pubblicato nel 1943, non era un lavoro da tutti. Considerando che il testo è stato tradotto in 250 lingue e ha venduto più di 145 milioni di copie in tutto il mondo, si può capire come mai quando un gruppo di produttori francesi propose questa sfida a Mark Osborne[1], lui si sia preso del tempo per riflettere. Possiamo certamente affermare che il regista ha assolto egregiamente questo compito, portando sul grande schermo tutta la magia, la saggezza e il profondo significato di un’opera di rara delicatezza come “Le petit prince”. Di fatti, man mano che la ragazzina approfondirà l’amicizia con l’anziano aviatore, scoprirà un mondo e inizierà a vedere le cose con occhi diversi, con quelli di una bambina che ha finalmente tutto il diritto di godersi l’infanzia, immaginare, sognare e crescere gradualmente. Il film è un concentrato di emozioni che ci fa riflettere ma ci fa anche sognare. È un monito rivolto agli adulti affinché si ricordino che crescere e maturare non significa dimenticare la propria infanzia, ma che anzi bisogna portarla sempre con sé e che un genitore non deve mai accelerare la crescita dei propri figli, facendogli talvolta perdere momenti importanti che li aiuterebbero a diventare dei “bravi adulti”, come dice verso la fine del film l’aviatore. Osborne ci comunica tutto questo rivolgendosi sia ai grandi che ai piccini, non annoiando nessuno e usando un linguaggio universale che arriva dritto al cuore. Intervistato da Luca Raffaelli[2] Mark Osborne ci dice che «ci sono tante idee nel libro e nel film. Ma (…) il filo conduttore è questo: la crescita di ciascun essere umano deve realizzarsi attraverso la libertà, quella libertà che permette di rivivere e ricordare le proprie esperienze passate. Non possiamo fare a meno di diventare adulti, e infatti l’aviatore (cioè Saint-Exupery) nel film è diventato vecchio, ma sa chi è stato da ragazzo. (…) La satira? Certo che c’è: Metropolis e Brazil di Terry Gilliam, e poi già nel libro c’è l’uomo d’affari e la critica al capitalismo». Alla riuscita del film contribuisce anche la scelta di ricorrere ad una grafica differente per i due piani narrativi alternando le immagini generate al computer quando si parla della storia della bambina e dell’anziano aviatore, con altre in stop motion in cui il movimento è realizzato fotogramma per fotogramma, ossia sotto forma del classico disegno animato a due dimensioni, quando si narrano le vicende del piccolo principe. La stop motion ci dà l’idea della carta ritagliata e dunque delle pagine del libro che sfogliamo nel leggere questa storia, trasportandoci in una dimensione diversa da quella quotidiana e convulsa in cui vivono la ragazzina e l’aviatore.

 

 

 

[1] regista di “Kung Fu Panda” con il quale aveva vinto nel 2009 un Oscar per il “miglior film d’animazione” dopo averne vinto uno, con Steve Kalafer, nel 1999 per il “miglior cortometraggio d’animazione” con “More”.
[2] La Repubblica (http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/il-piccolo-principe-computer-e-disegni-per-raccontare-un-sogno/477364/, 02/12/2016).

 

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale per le scuole 2016-2017.