The Dressmaker

22 novembre 2016: The Dressmaker
di Jocelyn Moorhouse (2015)

Titolo italiano film: The Dressmaker – Il diavolo è tornato

Nazione: Australia

Durata: 1 ora e 58 minuti

Genere: Drammatico

Interpreti: Judy Davis, Liam Hemsworth, Hugo Weaving, Kate Winslet

Sito ufficiale: http://www.thedressmakermovie.com.au/

Trama: 1951. Tilly Dunnage, affascinante e talentuosa stilista, dopo aver lavorato per anni per alcuni grandi atelier parigini di haute couture, decide di far ritorno a Dungatar, un piccolo paesino nel sud est dell’Australia. Dopo quasi venti anni di assenza, Tilly, che ancora bambina aveva dovuto abbandonare la città natale in seguito a un tragico evento, torna per stare accanto all’eccentrica madre, Molly, e affrontare un passato doloroso. A Dungatar tutti la conoscono e la reputano colpevole di un crimine mai davvero provato. Ottusi, curiosi, scontrosi e poco socievoli, gli abitanti di Dungatar difendono un equilibrio precario, che vacilla all’arrivo di Tilly. Gli abitanti di Dungatar, attratti dalle sue incredibili abilità sartoriali, le si avvicineranno gradualmente e la condurranno alla scoperta della verità…

Commenti: Angelo o diavolo? Ce lo chiediamo durante tutta la visione di “The Dressmaker” di Jocelyn Moorhouse quando vediamo la splendida Kate Winslet ancheggiare in uno strizzatissimo vestito rosso fuoco per le stradine polverose del paesino desolato di Dungatar che per avventura è in Australia, ma che è un non luogo che potrebbe essere ovunque. Perché Il paese con le sue meschinità e depravazioni, con i suoi desideri nascosti e dolori soffocati è la summa di un ventaglio di sentimenti che vanno dalla felicità alla disperazione. Felicità fatta di cose materiali come gli splendidi vestiti che Tilly cuce addosso alle donne del paese trasformandole, da vera fata madrina, in principesse pronte per andare al ballo o il bel Teddy, che incarna fisicamente e caratterialmente l’uomo che tutte le donne vorrebbero incontrare almeno una volta nella vita. Ma la genialità del film è nel suo andamento irregolare e spiazzante accompagnato dall’ironia pungente della regista di cui si fa spesso portavoce l’ottima Judy Davis: la frustrazione che diventa gloria, l’attimo di felicità che si trasforma in tragedia, l’atroce vendetta che diventa atto di giustizia. Non ci aspettiamo quasi mai quello che ci viene mostrato e le immagini, i personaggi e le situazioni ci si imprimono nella mente per giorni dopo la visione del film, come quel “I’m back, bastards!” con cui inizia il film e che ci fornisce la chiave per comprendere il punto di vista della protagonista.

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale 2016-2017.