Roubaix, une lumière

10 maggio 2022, ore 17.45

di Arnaud Desplechin (2019)

 

Titolo internazionale: Oh Mercy!

Nazione: Francia

Durata: 1 ora e 59 minuti

Genere: thriller, drammatico

Interpreti: Sara Forestier, Antoine Reinartz, Léa Seydoux, Roschdy Zem

Trama: Roubaix, Francia settentrionale, notte di Natale. Il commissario Daoud (Roschdy Zem), è di pattuglia per le strade della città dove è cresciuto. Al suo fianco c’è Louis Coterell (Antoine Reinartz), agente giovane e inesperto appena uscito dall’accademia di polizia. Daoud e Louis sono chiamati ad indagare sull’omicidio di una anziana signora, rinvenuta brutalmente assassinata. Le uniche indiziate del delitto sono le due giovani vicine dell’anziana, Claude (Léa Seydoux) e Marie (Sara Forestier), amanti, alcolizzate e al verde…

Commenti: In questo polar[1] ispirato a “The Wrong Man” di Hitchcock (1956), il regista e sceneggiatore francese Arnaud Desplechin racconta partendo dalla cronaca l’amore per la città dove è nato, cresciuto e ha girato tre dei suoi film (“Un conte de Noël” del 2008, “Trois Souvenirs de ma Jeunesse” del 2015 e “Les fantomes d’Ismaël” del 2017). Il film affonda infatti le radici in un fatto di cronaca avvenuto nel 2002 a Roubaix, antica città industriale nota per essere il traguardo della corsa ciclistica Parigi-Roubaix e si ispira a un documentario per la televisione del regista francese di origini  bulgare Mosco Levi Boucault (“Roubaix, Commissariat central” del 2008). Il film ci svela una straordinaria rete di relazioni tra gli elementi del quotidiano, osservati in tutta la loro materialità, che ci aiuta a comprendere le dinamiche cittadine e della polizia chiamata a tenerne l’ordine, per poi focalizzarsi sull’investigazione volta a far luce sul delitto commesso. È un giallo metafisico dominato dalla figura del commissario di origini algerine Daoud, personaggio lontano dallo stereotipo del poliziotto cinematografico, attraverso il cui girovagare notturno il regista ci fa conoscere Roubaix. Il commissario sembra sapere e comprendere tutto e si impone come un vero eroe, un poliziotto e un essere umano ideale. Completano la galleria dei personaggi del film, le figure simmetriche e differenti di Claude ottimamente interpretata da Léa Seydoux (divenuta famosa per “La Vie d’Adèle – Chapitres 1 & 2” di Abdellatif Kechiche  del 2013, ma interprete di moltissime pellicole francesi e internazionali[2]) e di Marie, interpretata da Sara Forestier mirabile nel ruolo di una giovane donna che non ha mai avuto nient’altro che l’amore per la sua compagna e che è terrorizzata all’idea di perderlo.

Riconoscimenti: In concorso al Settantaduesimo Festival di Cannes del 2019, nel 2020 il film ha vinto il premio César per il migliore attore (Roschdy Zem) ed è stato candidato come miglior film, miglior regista (Arnaud Desplechin), migliore attrice non protagonista (Sara Forestier), migliore fotografia (Irina Lubtchansky), miglior musica (Grégoire Hetzel) e migliore sceneggiatura non originale (Arnaud Desplechin, Léa Mysius).

 

[1] Neologismo francese nato dalla fusione dei termini poliziesco (policier) e noir che identifica un genere cinematografico e letterario dalle note cupe ed introspettive caratteristiche del noir, i cui protagonisti però sono tipicamente appartenenti alle forze dell’ordine, spesso coinvolti in un percorso catartico o di mutamento della propria esistenza (https://it.wikipedia.org/wiki/Polar_(genere), 8 maggio 2022).

[2] Per biografia e filmografia vedi https://it.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9a_Seydoux#Cinema (8 maggio 2022).

 

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale 2021-2022.