Qu’est-ce qu’on a fait au Bon Dieu?

27 ottobre 2015

di Philippe de Chauveron (2014)

Titolo italiano film:Non sposate le mie figlie!

Nazione: Francia

Durata: 1 ora e 37 minut1

Genere: Commedia

Interpreti: Ary Abittan, Frédérique Bel, Emilie Caen, Frédéric Chau, Christian Clavier, Noom Diawara, Elodie Fontan, Chantal Lauby, Julia Piaton, Medi Sadoun

Trama: Claude e Marie Verneuil sono una coppia borghese benestante, cattolica e gollista che ha allevato quattro figlie secondo i principi di tolleranza, integrazione e apertura. Inaspettatamente si trovano a dover accettare che tre delle loro figlie si siano sposate rispettivamente con un arabo, un asiatico e un ebreo, e si augurano che la quarta faccia un matrimonio più tradizionale, sposandosi con un “bravo” cattolico. Grande è la loro gioia quando la quarta figlia gli annuncia che sta proprio per sposare un ragazzo cattolico…..

Commenti: Era il 1967 e l’America perbenista di Lyndon Johnson veniva travolta da una delle migliori commedie della storia del cinema “Guess who’s coming to dinner?” (Indovina chi viene a cena?) di Stanley Kramer con Katherine Hepburn, Sidney Poitier e Spencer Tracy che si imponeva come un inno ai valori di uguaglianza e fratellanza. Cinquant’anni e numerosi remakes dopo Philippe de Chauveron firma questo film scoppiettante, con una sceneggiatura che si focalizza sui luoghi comuni con dialoghi serrati e spesso esilaranti. In questo film politicamente (s)corretto che si rivolge sia alla destra che alla sinistra, si gioca sull’identità, la differenza, la religione, il razzismo e i matrimoni misti, trattando le questioni attualissime e scottanti dell’immigrazione, l’integrazione, l’antisemitismo e la globalizzazione. “Non sposate le mie figlie” esibisce cliché e tabù e ci mostra attraverso il personaggio di uno dei mariti delle figlie e del padre dello sposo ivoriano che in fondo siamo tutti un po’ razzisti. Le donne sono rappresentate come meno permeabili ai pregiudizi e istintivamente inclini alla tolleranza, ma sono comunque combattute tra l’esigenza di libertà di cui si fanno portavoci e le convenzioni sociali conservatrici e borghesi che sono parte integrante del loro essere. Nel film tutte queste inquietudini e contraddizioni che agitano nello specifico la società francese, ma più in generale tutte le nazioni europee, simboleggiano nel matrimonio un sentimento di disagio condiviso. Grande successo in patria, “Non sposate le mie figlie” ha raccolto grandi consensi anche fuori dai confini nazionali, in virtù della regia, della sceneggiatura, delle performance degli attori ma soprattutto delle questioni sociali affrontate.

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta

Posted in Cineforum in lingua originale 2015-2016, Cinema.