Juliet, Naked

8 marzo 2022, ore 17.45

di Jesse Peretz (2018)

Nazione: U.S.A., Regno Unito

Durata: 1 ora e 45 minuti

Genere: Commedia, Drammatico, Musicale

Interpreti: Rose Byrne, Ethan Hawke, Chris O’Dowd

Consigliato per la visione: film per maggiori di 13 anni

Trama: Annie (Rose Byrne) e Duncan (Chris O’Dowd) sono fidanzati e vivono a Sandcliff, in Inghilterra; lei lavora in un museo e lui insegna all’università. La loro non è una relazione felice: Annie subisce molte decisioni di Duncan, tra cui quella di non avere figli e alcune sue ossessioni come quella per una vecchia star del rock alternativo americano, Tucker Crowe (Ethan Hawke). Un giorno Annie scrive una recensione negativa sull’album “Juliet, Naked” di Crowe e, inaspettatamente, il cantante le risponde per ringraziarla della sua sincerità. Tra i due inizia una corrispondenza che avrà sviluppi inaspettati…

Commenti: Il film di Jesse Peretz, ex bassista del gruppo punk Lemoheads, è tratto dall’omonimo romanzo del 2009 di Nick Hornby scrittore, sceneggiatore[1], paroliere, critico musicale e letterario britannico. Come altri suoi best seller come, “High Fidelity” (1995) e “About a Boy” (1998), anche “Juliet, Naked” (2009) è centrato sulla musica e ne è stato realizzato un adattamento cinematografico. Nel lungometraggio Peretz riflette sul desiderio di cambiare vita e sulla ricerca di un’altra possibilità da parte dei tre protagonisti e riesce a riunire in una sola pellicola molte caratteristiche della scrittura di Nick Hornby. Innanzitutto la sua capacità di delineare personaggi sempre realistici, poi la commedia inglese e quella americana, con Judd Apatow tra i produttori, creando un originale mélange fra situazioni comiche e riflessioni esistenziali; infine una buona rappresentazione della musica indipendente degli anni Novanta e dei suoi fan cinquantenni di oggi[2]. In “Juliet, Naked” sia Duncan che Tucker sono dei Peter Pan brizzolati, differenti declinazioni della figura del perdente cara a Hornby. Dice lo scrittore: «Una delle fonti di ispirazione per il romanzo è stato un articolo di Vanity Fair su Sly Stone[3] (…). Chi ha scritto il pezzo ha passato un lungo periodo a cercare di mettersi in contatto con lui, che sembrava scomparso dalla faccia della Terra. Un giorno, lo vide comparire a bordo di una motocicletta: deve essere un momento molto particolare quello in cui ti ritrovi a tu per tu con qualcuno che reputi scomparso e che improvvisamente riappare. Un’altra fonte è stata invece una riflessione legata all’uso dei nuovi media. In un’epoca contrassegnata da Internet, tenere in vivo il ricordo di qualcuno non è difficile: online puoi trovare sempre chi è disposto a condividere la tua stessa passione. Mi stupisce la facilità con cui i fan riescono a far comunità, un aspetto che in passato non esisteva»[4]. “Juliet, Naked” è un commedia romantica che regala allo spettatore un momento di piacevole svago. Brava la protagonista Rose Byrne, apprezzata nella serie tv “Damages”, e Ethan Hawke, molto convincente nei panni della rock star in declino, che interpreta i brani con Nathan Larson, tra gli autori della colonna sonora.

[1] Hornby è stato candidato due volte al premio Oscar per la migliore sceneggiatura per “An Education” di Lone Scherfig. (2009) e “Brooklyn” di John Crowley (2015).

[2] https://www.sentieriselvaggi.it/juliet-naked-tutta-un-altra-musica-di-jesse-peretz/ (6 marzo 2022).

[3] Nome d’arte di Sylvester Stewart, musicista, cantante e produttore discografico statunitense, frontman della band “Sly & the Family Stone”, che negli anni Sessanta e Settanta ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo della musica soul, funk e psichedelica.

[4] https://www.filmtv.it/film/150169/juliet-naked-tutta-un-altra-musica/# (6 marzo 2022).

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale 2021-2022.