Hidden figures

28 novembre 2017
regia  di Theodore Melfi (2016)

Titolo italiano: Il diritto di contare

Nazione: USA

Durata: 2 ore e 7 minuti

Genere: Drammatico

Interpreti: Mahershala Ali, Kevin Costner, Kirsten Dunst, Taraji P. Henson, Janelle Monáe, Octavia Spencer

Sito ufficiale: https://www.foxmovies.com/movies/hidden-figures

Trama: Stati Uniti d’America, nella Virginia segregazionista degli anni Sessanta, la legge non permette ai neri di vivere insieme ai bianchi. Uffici, toilette, mense, sale d’attesa, bus sono rigorosamente separati e non fa eccezione neanche la NASA. Reclutate dalla prestigiosa istituzione come matematica, supervisore (senza esserlo ufficialmente) di un team di “calcolatrici” afroamericane e aspirante ingegnere, Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson si ritrovano a combattere quotidianamente per poter lavorare al pari dei loro colleghi bianchi e la loro lotta si trasforma gradualmente in una battaglia per i diritti delle donne e degli afroamericani…

Commenti: Basato sul libro “Hidden Figures: The Story of the African-American Women Who Helped Win the Space Race” (2016) di Margot Lee Shetterly, il film racconta la storia vera della matematica, scienziata e fisica afroamericana Katherine Johnson, che collaborò con la NASA, sfidando razzismo e sessismo, e tracciando le traiettorie per il Programma Mercury e la missione Apollo 11. Senza i calcoli realizzati da lei e dalle sue colleghe Dorothy Vaughan e Mary Jackson infatti, l’astronauta recentemente scomparso John Glenn non sarebbe stato il primo essere umano a fare un’orbita completa attorno alla Terra nel 1962, cancellando l’umiliazione inferta dai sovietici che il 12 aprile 1961 avevano fatto volare il primo uomo nello spazio, Jurij Alekseevič Gagarin. Il titolo originale del film gioca sull’ambivalenza del significato della parola “figure” che può significare sia figura che numeri, alludendo così alla presenza di cifre o personaggi nascosti. La storia vera narrata dal film rivela infatti come la conquista dello spazio abbia avuto delle protagoniste invisibili, perché donne e perdipiù afroamericane e per questo spinte a lavorare all’ombra dei propri colleghi bianchi. Il titolo italiano “il diritto di contare” fa riferimento al fatto che in quest’epoca l’International Business Machine (IBM) che avrebbe rivoluzionato la nostra storia e le nostre vite, era ancora agli albori e i calcoli necessari all’esplorazione spaziale erano eseguiti manualmente dalle “colored computers”, un team di donne nere che contando consentivano ai loro colleghi uomini bianchi di lavorare. Il film di Melfi non condanna esplicitamente il razzismo e si accontenta di esporre le ingiustizie e le aberrazioni con le quali si confrontano ogni giorno gli afroamericani, più di una volta strappando una risata a denti stretti come per l’episodio della corsa al bagno di Katherine (che nella realtà fu vissuta da Mary Jackson) o in altri episodi come la difficoltà di Dorothy ad accedere ad una biblioteca riservata ai soli bianchi per prendere in prestito un libro o la strenua difesa di Mary davanti a un giudice solo per poter frequentare un corso di ingegneria interdetto ai neri (le sarà concesso di frequentare un corso serale). Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monáe ben interpretano le protagoniste che sono state un modello d’ispirazione per intere generazioni di americani. Ma non tutti gli uomini bianchi con cui si trovano ad interagire sono modelli negativi: nell’ambiente maschilista della NASA incontrano anche l’acclamato e democratico astronauta John Glenn con poco tempo per le gerarchie razziali e il “capo gruppo” Al Harrison (Kevin Costner), per cui la missione come il genio non possono avere colore. Grazie anche a loro, ma in primis alla loro fermezza e determinazione, queste donne scriveranno una pagina importante della storia americana e non solo.

Riconoscimenti: Il film è stato candidato nel 2017 agli Oscar come miglior film, miglior attrice non protagonista (Octavia Spencer) e migliore sceneggiatura non originale (Theodore Melfi e Allison Schroeder) e ai Golden Globe per la miglior attrice non protagonista (Octavia Spencer) e la migliore colonna sonora originale (Pharrell Williams, Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch). È stato inoltre candidato nello stesso anno in varie categorie degli Screen Actors Guild Awards,. dei National Board of Review Awards, dei Critics’ Choice Movie Award e dei Satellite Award.

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale per le scuole 2017-2018.