Ferdinand

11 dicembre 2018
di Carlos Saldanha, Cathy Malkasian, Jeff McGrath (2017)

Nazione: U.S.A.

Durata: 1 ora e 46 minuti

Genere: Animazione

Sito ufficiale: www.foxmovies.com/movies/ferdinand

Trama: Ferdinando è un magnifico toro che adora i fiori e odia combattere. È cresciuto in un allevamento di tori da corrida ma è l’unico che non vuole andare nell’arena, forse perché ha visto suo padre partire e non tornare più. Per questo da piccolo è fuggito ed è stato accolto da Nina, una bambina il cui padre alleva fiori. È il paradiso per Ferdinand, ma quando diventerà adulto si ritroverà sulla strada verso la corrida. Riuscirà a opporsi al destino a cui è stato destinato?

Commenti: Ogni film racconta una storia e ha una propria storia. Questo lungometraggio d’animazione si basa sul libro “The story of Ferdinand” (La storia del Toro Ferdinando”) di Munro Leaf, illustrata da Robert Lawson (1936), molto popolare e amato da personaggi come Thomas Mann, H. G. Wells, Gandhi, Franklin ed Eleanor Roosevelt. Ma il libro fu anche al centro di  assurde polemiche e venne censurato nella Spagna del dittatore spagnolo Francisco Franco[1] e bruciato dai nazisti in quanto il racconto del toro che non voleva combattere con il torero nell’arena, fu visto come un pericoloso inno all’autodeterminazione e un insegnamento antimilitarista per i ragazzi e dunque contro il regime al governo. Con la vittoria degli alleati e poi la morte del generale Franco nel 1975, la storia di Ferdinand fu riabilitata e così il suo messaggio di pace, tolleranza e opposizione a ogni forma di violenza e prevaricazione. Walt Disney ne produsse un adattamento sotto forma di cortometraggio, uscito nel 1938, dal titolo “Ferdinand the Bull” (1936) che vinse un Oscar come miglior cortometraggio d’animazione nel 1938 e da cui la Blue Sky Studios ha preso ispirazione per la realizzazione di questo film. Il regista è il brasiliano Carlos Saldanha, già coregista con la stessa casa di produzione con di “Ice Age” (L’Era glaciale, 2002) e “Robots” (2005), e regista di “Ice Age: The Meltdown” (L’era Glaciale 2, 2006) e “Rio” (2011). Saldanha resta fedele alla storia originale del toro gentile, ma aggiunge alcuni tratti caratteristici del suo cinema: l’ironia, la comicità fisica, la velocità delle scene d’azione e un certo gusto che non fa scadere la narrazione nello stereotipo etnico pur conferendogli un colore locale. La trama si concentra anche su un tema molto diffuso nel cinema di animazione recente, quello di seguire la propria natura indipendentemente da cosa ne pensino gli altri, cosa che il protagonista persegue con grande determinazione. Ma il regista vuole anche divertire il pubblico, e crea pertanto una galleria di personaggi comici tra cui spiccano la capra Lupe, i tre porcospini che sembrano usciti dal film “Mission: Impossible[2]” e tre cavalli tonti. La pellicola sfiora anche il tema della virilità maschile come stereotipo di certe culture latine, che può limitare le persone nella definizione autonoma della propria identità, anche di genere. “Ferdinand” è un film transgenerazionale, per grandi e piccini, che diverte, commuove e fa riflettere con garbo su temi importanti, perché il protagonista insegna ai suoi simili che i tori non nascono per combattere o per diventare carne da macello, ma che questo è un destino che viene scritto per loro e a cui ci si può ribellare, che non c’è niente di male nell’amare il profumo dei fiori o nel voler bene a un amico e, soprattutto, che ognuno può essere libero e artefice del proprio destino.

[1] La dittatura fu instaurata da Franco nel 1937 (https://it.wikipedia.org/wiki/Francisco_Franco, 5 dicembre 2018).
[2] di Brian De Palma (1996).

 

 

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale 2018-2019.