DH Images Visualizzare la letteratura nell’universo di Turing

Cosa sono in grado di offrire, oggi, le Digital Humanities alla filologia, alla critica, alla storia della letteratura?

Quali paradigmi euristici, quali strumenti applicativi, quali strategie di visualizzazione possono rappresentare un valore aggiunto ai fini sia dell’intelligenza dei testi che della loro trasmissione didattica? Come può un procedimento condotto in camera asettica contribuire a far vedere in modo nuovo un’opera o una serie di opere della tradizione, illuminandone le latenze e dando vita a sorprendenti possibilità di analisi?
Classicisti che adoperano immagini digitalizzate di papiri tardo antichi per tracciare una mappa dinamica della circolazione del latino nella pars Orientis dell’Impero romano, epoca per epoca, villaggio per villaggio; medievisti che lavorano a un ipertesto della Commedia, mirando a mettere a disposizione del lettore comune e dello studioso uno strumento affidabile e maneggevole, che affianchi alle illustrazioni riprodotte dai manoscritti le relative descrizioni codicologiche e interpretazioni visuali; modernisti che si avvalgono di tutte le risorse del laboratorio (dai database ai grafici, dall’analisi quantitativa alla teoria delle reti, etc.), verificandone l’applicabilità a sistemi articolati ed a vaste questioni teoriche; e spesso ridisegnando il paesaggio complessivo della storia della letteratura.
Le prime tre lezioni di Digital Humanities proposte da F2-Cultura, animate da intenti sia sperimentali che divulgativi, condivideranno la costante metodologico-pragmatica della visualizzazione: oltre a Maria Chiara Scappaticcio e Gennaro Ferrante, giovani studiosi attivi presso l’Ateneo e vincitori di prestigiosi bandi europei, esse ospiteranno Leo Impett e Franco Moretti, animatore d’un centro di DH all’avanguardia, lo Stanford Literary Lab (il cui primo frutto, il volume La letteratura in laboratorio, verrà pubblicato in Italia proprio da Federico II University Press, a cura dell’Opificio di Letteratura Reale). Si partirà dal¬l’origine della questione, che risale a molto prima che s’inaugurasse il dialogo virtuoso con le scienze dure: l’Atlante Mnemosyne (1929), ultimo lascito di Aby Warburg.

10 marzo 2017, ore 11.00
Aula Pessina – Corso Umberto I, 40 (Napoli)
Patterns and Interpretation
Franco Moretti
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24 marzo 2017, ore 15.30
BRAU – Sala conferenze
Piazza Bellini (Napoli)
Itinerari del latino in Oriente:
testi e contesti, lingua e letteratura

Maria Chiara Scappaticcio
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12 maggio 2017, ore 15.30
Aula 342
via Porta di Massa, 1, Napoli
Dare corpo ai sogni di un matto.
Le più antiche illustrazioni della Commedia di Dante
Gennaro Ferrante
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