Belle

16 gennaio 2018
regia di Amma Asante (2013)

Titolo italiano: La ragazza del dipinto

Nazione: Regno Unito

Durata: 1 ora e 45 minuti

Genere: Drammatico

Interpreti: Matthew Goode, Gugu Mbatha Raw, Miranda Richardson, Emily Watson, Tom Wilkinson

Trama: Inghilterra, diciottesimo secolo. Dido Elizabeth Belle Lindsay è la figlia naturale del capitano della marina britannica Sir John Lindsay e di Maria Belle, schiava Africana nelle Indie occidentali dove il capitano si viene a trovare durante una missione. Alla morte della madre il padre decide di riconoscerla e di portarla con sé in Inghilterra e di affidarla alle cure dello zio, William Murray, che presiede la Corte Suprema del King’s Bench, e di sua moglie Elizabeth conti di Mansfield. Belle viene cresciuta come una vera aristocratica, ma la sua condizione di mulatta non le consente di occupare in società la stessa posizione della cugina Elizabeth, insieme alla quale cresce nella casa di Mansfield, anche quando dopo la morte del padre diventa un’ereditiera con una cospicua rendita annua. Questa è la storia della sua lotta per l’integrazione e il diritto ad amare ed essere amata come chiunque altro…

Commenti: La regista londinese di origine ghanese Amma Asante introduce con “Belle” il tema spinoso della vita delle donne nel diciannovesimo secolo condizionata dall’attesa di un marito, spesso interessato più alla dote che alla futura sposa. Il film tratta della condizione di schiavitù in cui versavano le donne dell’epoca, peggiorata, nel caso della protagonista, dalla sua condizione di nobildonna mulatta costretta a rimanere in disparte in tutta una serie di occasioni sociali anche quotidiane, come i pasti, per non causare imbarazzo alla famiglia. La sceneggiatura del film segue una rigorosa progressione cronologica e ben rappresenta la graduale maturazione della protagonista, affiancandole un’accurata ricostruzione storica. E quando il destino ribalta la situazione rendendo Belle ricca ma sgradita per il colore della propria pelle e la bianca e di ineccepibili origini Elisabeth altrettanto sgradita in quanto squattrinata, il gioco oppositivo tra le due affiatate sorellastre funziona bene perché incrina dall’interno gli equilibri di un quadro familiare ottocentesco tradizionale. Cimentandosi con le dinamiche classiche del film in costume, la regista, supportata da interpreti di pregio, è capace di passare dai toni delicati e austeniani della prima parte ai toni più gravi, vicini quasi al dramma processuale, della seconda parte, in cui si racconta anche la triste vicenda del massacro della nave negrieria Zong, di cui si occupa lo zio di Belle con l’avvenente avvocato John Davinier[1]. John ha anche un ruolo chiave nel processo di emancipazione della protagonista, che sprona non solo ad interessarsi alle proprie origini e alle sorti drammatiche del proprio popolo, ma anche ad affrancarsi dalle soffocanti convenzioni sociali del tempo, per agire autonomamente, seguendo cuore e coscienza.

 

[1] Nel novembre del 1781, centoquarantadue schiavi africani furono uccisi dall’equipaggio della nave che li gettò in mare incatenati perché ammalati, cercando così di lucrare con le assicurazioni che non avrebbero altrimenti coperto l’arrivo sul mercato di schiavi “non vendibili”. Sebbene in aula fu sostenuta la legittimità di uccidere schiavi da parte degli schiavisti, per cui gli assicuratori avrebbero dovuto risarcire i commercianti, si cercò, purtroppo senza successo, di far condannare l’equipaggio della nave per omicidio. Il caso costituì un punto di non ritorno per lo schiavismo in Gran Bretagna e rafforzò il nascente movimento abolizionista.

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale 2017-2018.