120 Battements par minute

15 gennaio 2019
di Robin Campillo (2017)

Titolo italiano film: 120 Battiti al Minuto

Nazione: Francia

Durata: 2 ore e 15 minuti

Genere: Drammatico

Interpreti: Nahuel Pérez Biscayart, Ariel Borenstein, Simon Bourgade, Simon Guélat, Adéle Haenel, Félix Maritaud, Antoine Reinartz, Coralie Russier, Aloïse Sauvage, Médhi Touré, Arnaud Valois.

Film destinato a un pubblico di età maggiore di 14 anni.

Trama: Storia della militanza del giovane Nathan (Arnaud Valois) tra le fila degli attivisti di Act Up-Paris, associazione creata nel 1989 sul modello di quella americana per rompere il silenzio generale sull’epidemia di AIDS e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia che mieteva vittime da oltre dieci anni. Mentre le azioni di protesta spettacolari di Act Up si moltiplicano nella Capitale, l’associazione guadagna sempre più visibilità, e Nathan resta colpito dalla vitalità e dall’attaccamento alla causa di Sean (Nahuel Pérez Biscayart), uno dei militanti più radicali del movimento. Tra i due inizierà una relazione appassionata…

Commenti: Ispirato alla storia della nascita di Act Up, organizzazione di attivisti creata nel 1989 sul modello di quella americana per richiamare l’attenzione sull’AIDS[1] e le sue conseguenze, “120 Battements Par Minute” è il terzo film di Robin Campillo, già sceneggiatore per Laurent Cantet[2], dopo “Le revenants” (2004) e “Eastern Boys” (2013). Nathan, Sean, Sophie e Gérémie sono i principali protagonisti della pellicola, il cui titolo fa riferimento al battito accellerato del cuore[3], e al loro voler vivere a tutta velocità perché sanno di non avere molto tempo. Sono giovani, per la maggior parte omosessuali, e combattono per fare accelerare la ricerca, scuotere una società paralizzata dai tabù sessuali, prevenire, informare, proteggere chi non sa, fare pubblicità e diffondere l’uso del preservativo. Ma vogliono anche disperatamente vivere e sentirsi vivi divertendosi e amando. E nel gruppo nasce anche una storia d’amore, che  intreccia intimità e politica, romanzesco e realismo. A tratti lento, il film di Campillo è un film necessario, per non dimenticare che cosa è stato l’AIDS negli anni Novanta, quando è venuto alla ribalta anche per la morte di tanti personaggi dello spettacolo che portò ad outing postumi o alla rivelazione di insospettabili dipendenze da droghe: dall’attore Rock Hudson allo scrittore Issac Asimov, dal frontman dei Queen Freddy Mercury al ballerino Rudolf Nureyev[4]. Si moriva e non si sapeva perché e soprattutto non esisteva una cura, per cui l’unica arma che si aveva a disposizione era la prevenzione, che poteva essere attuata solo se si diffondeva la conoscenza e la consapevolezza di che cosa fosse l’AIDS, quali conseguenze avesse e come poteva essere trasmesso. Ecco perché il gruppo di Act Up-Paris era così infervorato, perché ne andava sia propria vita che di quella degli altri ed è per questo che il film va visto e fatto vedere, soprattutto a chi quegli anni non li ha vissuti, per non dimenticare.

Riconoscimenti: Nel 2017 il film è stato in concorso per la Palma d’Oro al Festival di Cannes e ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria, la Queer Palm, il Premio FIPRESCI e il Premio François Chalais. Ha conseguito uno European Film Awards per il miglior montaggio (Robin Campillo) ed è stato candidato per il miglior film e il miglior attore (Nahuel Pérez Biscayart). Nel 2018 è stato candidato al David di Donatello per il miglior film dell’Unione Europea e ha ottenuto numerose candidature ai César, vincendoli nelle categorie: miglior film, migliore attore non protagonista (Antoine Reinartz), migliore promessa maschile (Nahuel Pérez Biscayart), migliore sceneggiatura originale (Robin Campillo e Philippe Mangeot), miglior montaggio (Robin Campillo) e migliore musica (Arnaud Rebotini).

 

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27epidemia_di_HIV/AIDS
[2] Tra gli altri ha anche scritto la sceneggiatura per il film di Cantet “Entre les murs” (“La classe – Entre les murs”, 2008, https://it.wikipedia.org/wiki/Robin_Campillo , 10 dicembre 2019).
[3] BPM è l’unità di misura di frequenza, utilizzata principalmente per la misura della frequenza cardiaca, come in questo caso, e per l’indicazione metronomica in musica (la misurazione del tempo per la scansione ritmica).
[4] Con cui Mercury aveva avuto una relazione portata alla luce da un carteggio tra i due.

 

 

Recensione a cura di Fabrizia Venuta.

Posted in Cineforum in lingua originale 2018-2019.